I miti dell'Antica Roma
Introduzione
In antichità la superstizione superava di gran lunga la scienza e gli uomini erano soliti inventare miti e divinità per spiegare tutto ciò che non riuscivano a spiegare con la ragione. In particolare i miti dell'antica Roma erano diversi e sin da bambini attraggono la nostra curiosità. Tra i più celebri c'è il mito di Romolo e Remo quali fondatori della città eterna, ma ce ne sono anche tantissimi altri. In questa guida ve ne mostreremo alcuni. Oggi infatti parleremo dei miti dell'Antica Roma.
Romolo e Remo
Romolo è il mitico fondatore di Roma secondo l'antica leggenda, che su di lui aveva intessuto un racconto avventuroso. In una forma primitiva di tale leggenda, Romolo, insieme al fratello Remo, appariva come figlio di una schiava e di un fantasma fallico, mentre più tardi la storia venne adeguata alla grandezza di Roma, e i due gemelli diventarono figli di un dio e di una principessa. Remo era il fratello di Romolo e secondo la tradizione sarebbe stato ucciso da quest'ultimo per avere, con atto sacrilego, saltato il solco delimitante l'area della futura città di Roma.
Infine Romolo fondò la città di Roma.
Il ratto delle sabine
Dopo la fondazione di Roma, Romolo si dedicò a popolarla. Organizzò a tal fine un evento a cui furono invitati i Sabini. Questi vi si recarono con le loro donne che nel mezzo della festa furono rapite dai romani. I sabini imbracciarono così le armi, marciando contro Roma. Ma la guerra durò poco quando le donne dei sabini, supplicarono i loro uomini a smettere di lottare in quanto loro stesse si erano affezionate ai romani. I sabini accettarono tale armistizio e si unirono alla popolazione romana divenendo un unico popolo.
Le oche del Campidoglio
Un'altra leggenda molto famosa è quella delle oche del Campidoglio. La storia si svolge sul colle Campidoglio, dove si trovava il tempio della dea Giunone e lì vi erano che le sue oche sacre. In quel periodo i Galli assediavano la città di Roma, mettendola a ferro e fuoco. I soldati romani, ridotti agli stenti, si erano rifugiati sul Campidoglio ed erano davvero tentati di uccidere le oche per sfamarsi. Fortunatamente decisero di risparmiare le oche i quanto sacre alla dea Giunone. Di notte, mentre i soldati dormivano, le oche iniziarono a starnazzare. Uno dei soldati quindi, svegliato dal rumore, si reca vicino alle mura della rocca e vede che i Galli stavano risalendo il colle. Riesce così a sconfiggere qualche Gallo prima che lo starnazzare delle oche svegliassero anche tutti gli altri soldati, che accorsi in aiuto del primo, sconfissero l'esercito Gallo.