Introduzione
"Mythos" è il termine greco che significa "mito". In origine era semplicemente "parola, discorso". In seguito fu il racconto dell'esistenza di esseri onnipotenti e immortali, di forme affini a quelle umane che si chiamarono Dei o Numi. Questi furono descritti nel loro immaginato aspetto, nei rapporti scambievole tra loro e con gli uomini, nelle loro caratteristiche comuni o singolari, nelle loro gesta. Si distinguono di solito i "miti" dalle "leggende", in quanto i primi riguarderebbero gli Dei e le seconde gli Eroi. Ma la distinzione non è sempre certa, poiché molti eroi ascesero al rango di semidei o addirittura di Dei immortali. La mitologia greca arcaica rievoca la vicenda di tre regni successivi di un Dio sovrano su una folla di altri numi minori: il primo è il regno di URANO (il Cielo); il secondo quello di KRONOS (il Tempo); il terzo, quello definitivo nel paganesimo classico, di ZEUS (il latino Jùppiter, Jovis, Giove). Ciascuno di questi tre regni soppianta l'altro e abbatte tragicamente, con la forza e la frode, il precedente. Vediamo ora i miti greci più famosi di questi tre regni.
Zeus
ZEUS è rappresentato dai poeti e dagli scultori come una grande, solenne nume, nella pienezza dell'età virile, con fluente barba ricciuta e vasta chioma. È dio supremo del mondo greco. L'etimologia del suo nome lo collega al cielo e designava la luce del giorno in cielo. Egli presiedeva a tutti i fenomeni atmosferici: fulmini, lampi, pioggia, neve e tuoni. Sua arma infallibile erano le folgori. I Greci credevano che vivesse su una montagna chiamata Olimpo, la più alta dell'Ellade. Era comunemente chiamato "padre degli dei e degli uomini". Protettore dello Stato, dei viaggiatori e degli stranieri, interprete del destino, capo degli oracoli, era il più anziano dei sei figli di Crono e di Rea. Secondo Esiodo, Crono, geloso e preoccupato d'un rivale più forte di lui, inghiottiva tutti i figli nati da Rea finché, questa, con l'aiuto di sua madre Gea, avvolse in stoffe una grossa pietra e finse che si trattasse di Zeus, il suo ultimo figlio. Il bambino venne portato a Creta dove le ninfe si presero cura di lui nascondendolo in una grotta. Qui venne nutrito con il latte della capra Amaltea. Diventato adulto decise di sconfiggere il tirannico padre e gli diede una bevanda che permise a Crono di vomitare i cinque figli che aveva inghiottito, insieme alla grossa pietra che era stata sostituita a Zeus. Questa pietra fu posta a Delfi al centro della terra e divenne l'ombelico del mondo. La guerra durò dieci anni e alla fine Zeus vittorioso confinò i Titani nella profondità del Tartaro guardati per sempre dai Giganti centimani. I tre fratelli divini Zeus, Poseidone e Ade decisero di dividersi l'universo in tre regni: Zeus divenne il dio del cielo, Poseidone dio del mare e Ade signore dell'oltretomba. La supriorità di Zeus era riconosciuta da tutti. Sposò un gran numero di dee, prima di sistemarsi definitivamente nel matrimonio con Era, il che non gli impedì di avere molte relazioni extra-coniugali con divinità e donne mortali.
Era
Il nome "ERA" significa "signora". Sorella maggiore di Zeus, in quanto figlia di Crono e Rea, divenne in seguito sua moglie e regina del cielo. Il suo simbolo era il pavone. Protettrice delle donne e del matrimonio, divenne patrona della città di Argo. Secondo una versione celebre, Zeus trovò Era che passeggiava nei boschi nei pressi di Argo, provocò un temporale e si nascose nell'abito della dea trasformato in cuculo. Una volta al sicuro l'abbracciò, riprese la sua vera forma e giurò che l'avrebbe fatta sua sposa. Viene rappresentata come una donna alta e statuaria che porta un diadema o una corona e impugna lo scettro.
Pallade Atena
PALLADE ATENA, balzata già adulta ed armata dal capo e dal cervello di Zeus, fu lo splendore dell'eterna saggezza, della pacata e profonda sapienza, patrona della citta più intelligente del mondo antico: ATENE. La sua statua, raffigurata pensosa e scolpita da Fìdia, sorgeva a dominare la città dalla vetta dell'Acropoli, nel tempio a lei consacrato: il Partenone.