10 consigli per la recitazione teatrale
Introduzione
Quando si assiste ad una rappresentazione teatrale, talvolta si può pensare che la recitazione in fondo non sia un'arte così difficoltosa. In realtà è una considerazione ingannevole; tutti possono imparare a memoria un testo, in un modo o nell'altro, ma recitare è ben altra faccenda. Essa coinvolge tutto il nostro corpo e, se non si è convinti di quello che si fa, anche inconsapevolmente, non si riuscirà mai a coinvolgere il proprio pubblico. Esistono però dei trucchi, delle maniere sottili che possono aiutare l'attore a superare la propria timidezza e "l'ansia da palcoscenico". Ecco allora 10 consigli per la recitazione teatrale.
La postura
L'attore alle prime armi tende a riprodurre sul palcoscenico la propria postura quotidiana: spalle e schiena curve e gambe e piedi in una posizione disordinata. Forse i più sportivi sono avvantaggiati in queste situazioni, poiché sono abituati ad adottare posture ordinate e salutari. Per tutti gli altri, un consiglio utile è fare un po' di riscaldamento prima di recitare; magari una corsa leggera, che può essere stancante ma dona sicurezza e una carica di adrenalina. Sarà poi naturale tenere le spalle dritte e i piedi paralleli.
La voce
Recitare non è parlare. Nella vita quotidiana si tende a conversare mangiandosi le parole oppure con toni troppo bassi e confusi. Sul palcoscenico bisogna scandire bene le parole e non essere impacciati. Può aiutare leggere ad alta voce il testo, magari di fronte ad amici e aprenti o, meglio, altri attori, che possono fungere da critici più imparziali.
Il tono
Quando si recita può capitare di non dare la tonalità giusta alle parole e ai discorsi. Bisogna conoscere a fondo il testo e il suo significato. Ripetere a memoria dei dialoghi senza soffermarsi a comprenderne il significato è un pericoloso errore. A volte è una questione di sicurezza, si cerca di tenere a mente il testo senza dimenticare nulla. Ma è più utile conoscere a fondo il contesto e il proprio personaggio in modo da conferirgli un carattere tale che, anche se sfugge qualche parola alla memoria, esso rimanga comunque in piedi.
La respirazione
Può capitare di dover recitare per ore o di dover interpretare un personaggio che dialoga spesso, magari con un tono di voce potente. La respirazione, anche se non sembra, è un fattore importante in questo caso. Nella quotidianità spesso si tende a inspirare con il naso ma espirare in modo "sbagliato", cioè con la bocca. L'attore ha bisogno di possedere invece una respirazione calma e profonda, quindi deve utilizzare bene il diaframma. Per capire se si utilizza bene questo muscolo, il più importante tra quelli respiratori, si deve posare una mano sulla propria pancia e respirare normalmente. Se la pancia si gonfia, significa che si sta utilizzando il diaframma.
L'interazione
Non si recita mai da soli, anche quando si fanno i monologhi. Ci sono altri attori oppure oggetti, sul palcoscenico, con i quali è necessario interagire. Non ci si deve isolare, bisogna essere sempre attenti a quello che succede intorno, a quello che interpretano gli altri. Bisogna avere la visione completa della rappresentazione, non si devono sapere solamente le proprie parti.
Il personaggio
Per gli attori alle prime armi è consigliabile scegliersi un personaggio vicino alle proprie caratteristiche. Infatti è più facile immedesimarsi nel carattere fittizio se si hanno dei punti in comune con esso ed è invece parecchio difficile assumere degli atteggiamenti diversi dai propri ed essere convincenti, se non si ha abbastanza esperienza.
La coerenza
Questo punto riguarda principalmente l'improvvisazione. Se si ha la possibilità di ampliare il proprio personaggio, di renderlo più personalizzato, bisogna ricordarsi di non farsi prendere troppo dall'entusiasmo. A volte le idee brillanti sono molte, ma non è detto che tutte insieme possano dar vita a qualcosa di geniale. Anzi, spesso è il contrario. Non si deve snaturare il proprio personaggio, bisogna renderlo coerente a se stesso, anche se si recita la parte del folle. Le persone sono piene di sfaccettature ma in teatro bisogna essere nitidi e riconoscibili, se no il pubblico si confonde.
Studiare
Bisogna studiare il mondo, e non solo sui libri, per poter recitare in modo efficace. Si devono osservare le persone nella loro quotidianità e immagazzinare le loro piccole mancanze o virtù, esagerandole poi in modo molto evidente sul palcoscenico.
Il corpo
Non bisogna dimenticarsi che il corpo è un utile strumento per dare concretezza e vigore al proprio personaggio. Forse essere italiani aiuta perché la gestualità tipica di questa cultura, che fa da supporto ai discorsi, può essere efficacemente usata in teatro. Non bisogna stare fermi come stoccafissi (a meno che non lo richieda la struttura del personaggio), ma utilizzare con il proprio corpo lo spazio a disposizione.
Lo stato d'animo
Molto spesso attori famosi confessano di essere stati degli inguaribili timidi. Quando si recita si porta una maschera, non si è più se stessi e allo stesso tempo lo si è, anche se solo in parte. Quindi bisogna osare, essere audaci e non aver paura del pubblico che osserva. Il palcoscenico è una prova di coraggio, un microcosmo che riflette in modo esagerato, divertente e talvolta grottesco, quello che è la realtà. Ma quest'ultima è molto più seria e difficile, con essa non si gioca. La recitazione è invece divertimento e fantasia e lo spettacolo teatrale uno sfavillante sogno che si apre uno spiraglio nella realtà.