Il dottor Botkin, attraverso una terapia chiamata IADC (comunicazione post-mortem indotta), ha, in almeno 3000 casi documentati, stimolato il cervello e indotto nei pazienti la percezione di incontrare la persona di cui si vuole affrontare il lutto per il fatidico ultimo incontro per dirsi quello di cui non si è avuto la possibilità o per un ultimo abbraccio ed essere rassicurati sull'esistenza dopo la morte.