Non poteva mancare la base del teatro: la tragedia greca. Gli autori più importanti e riconosciuti sono Eschilo, Sofocle ed Euripide. Non posso fare un torto a uno di loro, poiché sono tre dei nel gradino più alto dell'Olimpo del teatro. Così vi consiglierò un monologo per ogni autore, per rimanere imparziale. "Orestea" di Eschilo, il monologo di Clittenestra dopo aver ucciso Agammenone: crudele, infida, violenta, adultera e assassina, il prototipo dell?infamia femminile. "Edipo re" - Sofocle, il monologo finale di Edipo dopo essere a conoscenza di tutta la verità, l'incesto con sua madre, i suoi figli che sono anche i suoi fratelli e le sue sorelle: disperato e accecato con le fibbia delle vesti della moglie e madre morta chiede d'essere esiliato, in quanto uomo aborrito dagli dei. Infine "Medea" di Euripide, l'intero dramma è costruito attorno alla vendetta di Medea, che dapprima elimina la rivale (nuova sposa di Giasone), e poi in un impeto di ferocia, uccide i propri figli per infliggere a Giasone l'offesa più atroce, un re senza più una stirpe: il monologo in cui soffermarsi è nel momento in cui Medea perde un po' della sua capacità progettuale e della sua freddezza, in cui affronta gli assalti dell'amore materno contro la decisione già presa di uccidere i suoi stessi figli.