Tornata a New York, assunse il cognome di Callas, un po' per lasciarsi alle spalle il pesante cognome greco, vista la situazione della sua nazione durante la seconda guerra mondiale, un po' per ritrovare suo padre. Le esperienze dei due anni successivi furono però deludenti: ottenne un'audizione al Metropolitan Theatre di New York per "Madama Butterfly" e "Fidelio", entrambi ruoli che non le si confacevano e che non accettò. Le fu proposto poi di cantare "Turandot" a Chicago ma l'agente teatrale che l'aveva contattata, Eddie Bagarozy, si rivelò un truffatore. Nel 1947, anche seguendo il consiglio della sua insegnante di canto in Grecia, la Callas si trasferì in Italia. I suoi primi ruoli furono ne "La Gioconda" all'Arena di Verona e per "Tristano e Isotta", per questo ruolo il direttore Tullio Serafini la aiutò a migliorare il suo italiano. Ottenne critiche favorevoli ma ancora non era riuscita ad imporsi nel panorama musicale: per fortuna l'incontro con Giovan Battista Meneghini, suo futuro marito, le sarà di grande aiuto poiché, giovane e priva di mezzi, la Callas non avrebbe potuto provvedere da sola al proprio mantenimento.