Breve storia del teatro
Introduzione
Se si vuole parlare della storia del teatro, bisogna tenere conto di alcuni fattori. Un attento resoconto prevede di dividere il successo di tale arte nei diversi stili che lo caratterizzano, ma soprattutto nei diversi momenti storici in cui ha veramente fatto la storia.
Per quanto riguarda le tipologie, prima di tutto troviamo il teatro classico, ossia quello greco e romano, poi quello medievale in cui nasce anche la rappresentazione sacra. Segue il teatro moderno, che ricopre il periodo storico che va dal rinascimento, fino ad arrivare al romanticismo. Il tutto si conclude con il teatro contemporaneo, che parte dal ventesimo secolo fino ad arrivare ai giorni nostri.
Si può anche dire che siano esistite forme di teatro precedenti alla forma classica, ma si trattava di riti propiziatori o celebrazioni di eventi sacri in cui erano previste una serie di formule e particolari movimenti. Questi ultimi erano perlopiù gesti e atteggiamenti, meglio riconosciuti come mimica. Per questo venivano considerati come vere e proprie rappresentazioni e in alcuni casi vi era l'adozione di maschere per la rappresentazione di divinità o elementi importanti.
Dopo questa introduzione, vediamo insieme la breve storia del teatro, elencando i punti di maggior spicco.
Il teatro classico
Nell'introduzione abbiamo parlato di tre particolari periodi teatrali: il classico, il moderno e il contemporaneo. Questi tre elementi vanno a costituire la storia del teatro occidentale. Sicuramente è quello a noi più noto e vicino, visto che le sue radici sono in Grecia. Iniziamo a parlare del teatro classico, che consiste principalmente in tragedie, in cui i temi principali sono la sofferenza e il dolore. Privilegia il dialogo all'azione e la sua caratteristica primaria è la presenza di maschere, che permettono all'attore d'identificarsi al meglio con il suo personaggio, permettendogli d'interpretare ruoli che si discostano molto tra loro. A quel tempo gli attori erano pagati dallo Stato ed erano pochi.
Nella tragedia di solito non succede mai niente di sconvolgente agli occhi dello spettatore e le cose più crudeli avvengono dietro le quinte.
Un altro genere, nato durante il periodo del teatro classico, è la commedia, che presenta in genere personaggi buffi in situazioni ingarbugliate. Di solito si prestava a essere un intermezzo tra i vari spettacoli. Nel Medioevo, per la dissoluzione dell'Impero Romano, non c'è una vera e propria "idea di teatro", ma alle rappresentazioni teatrali tradizionali, vengono sostituiti degli spettacoli nelle piazze fatti da mimi e giullari. Il teatro non era ben visto dalla chiessa Cattolica, al punto che gli attori venivano scomunicati. Per questo diedero origine alla sacra rappresentazione per permettere a tutti i fedeli di apprendere, in questo modo, i fatti salienti delle sacre scritture.
Il teatro moderno
Dopo il periodo del teatro classico, ci fu quello del moderno, che partiva dal periodo Rinascimentale, fino ad arrivare al XVII secolo. Se nel teatro medievale tutti potevano partecipare alle rappresentazioni teatrali, nel Rinascimento il teatro si svolgeva nelle corti principesche e il gruppo degli attori era composto dall'élite di quel periodo. Questo serviva a sottolineare il potere delle classi più elevate. Oltre le corti, invece, si gode ancora delle rappresentazioni sacre. Mentre nel Medioevo i luoghi delle esibizioni erano molteplici, nel rinascimento si stabilisce di svolgere gli spettacoli solo in un luogo, ovvero il teatro. Per questo, successivamente, viene valutata questa idea e viene chiesta la realizzazione di teatri stabili, ma i principi rifiutano perché preferiscono che gli spettatori siano solamente di un determinato ceto sociale.
Nel 1545 nasce il professionismo teatrale moderno con la commedia dell'arte. Questa si rivolge a un vasto pubblico e tutti pagano un prezzo stabilito, ovvero il biglietto.
Un altro cambiamento avviene dal 1570, con l'introduzione delle donne nel mondo teatrale. Infatti, fino ad allora, sia i ruoli maschili che femminili venivano interpretati dagli uomini.
Il periodo del teatro elisabettiano, dal 1558 al 1642 è molto creativo: non rispetta le regole aristoteliche e unisce con disinvoltura la commedia alla tragedia. Non esistono degli elementi scenografici, ma sono i gesti e le parole a far comprendere il luogo dell'azione. È il periodo del grande Shakespeare, le cui opere godono ancora oggi di grande popolarità e attualità.
Il teatro contemporaneo
Il teatro contemporaneo porta anche la nascita di un nuovo genere: il dramma borghese, ovvero la rappresentazione realistica delle vicende umane. L'ambientazione è il salotto borghese e i temi riguardano principalmente l'amore, i valori e la morale. I personaggi appartengono alla piccola e media borghesia della vita quotidiana. Alla fine dell'Ottocento le tematiche principali sono l'adulterio e la crisi della morale. Invece tra la fine del settecento e l'inizio dell'ottocento c'è uno scontro fra dramma borghese e tragedia romantica e i romantici tedeschi sostengono la centralità della tragedia come manifestazione dell'io in opposizione alla realtà circostante. Nel novecento c'è una nuova figura teatrale, il regista, una figura dirigenziale che realizza uno spettacolo da portare in scena tutte le sere. Quando si affermano le avanguardie nascono delle nuove forme teatrali quali il teatro dell'assurdo di Beckett o il dramma psicologico di Pirandello.
Il teatro orientale e in Africa
Al teatro occidentale si affiancano anche quello orientale e in Africa. Il primo è nato in India, con l'unico scopo di divertire e istruire allo stesso tempo. Quello in Africa, invece, non è ancora tanto noto qui in Occidente. Non esiste una classificazione di tale teatro, ma tra i più importanti troviamo quello dell'Antico Egitto.