Come leggere la notazione anglosassone degli accordi
Introduzione
In tanti decidono di studiare uno strumento musicale da autodidatta, rinunciando, così, al supporto di un insegnante privato o di una scuola, spesso decisamente costosa. Ciò che spesso spaventa il musicista principiante, però, è lo spartito in cui gli accordi sono scritti in lettere; questa è la cosiddetta notazione anglosassone degli accordi, nota anche come letterale o inglese, che si differenzia molto da quella latina.
All'interno di questa guida, andremo a parlare degli accordi, e nello specifico ci occuperemo della loro lettura.
Di seguito come leggere la notazione anglosassone degli accordi.
Occorrente
- Spartito inglese
- Spartito italiano
Gli accordi
La prima cosa da sapere è che ogni lettera dell'accordo corrisponde ad una precisa nota musicale, per cui dovete ricordare sempre il seguente schema: DO=C; RE=D; MI=E; FA=F; SOL=G; LA=A; SI=B; DO=C. Memorizzatelo.
Inoltre, dovete sapere, che gli inglesi fanno partire la scala da quella che per noi è la sesta nota e si può ben notare che la notazione britannica è costituita semplicemente dalle prime sette lettere dell'alfabeto latino. Molte persone credono che questa determinata scelta arrivi dal fatto che quest'ultima rappresenti la nota dell'accordo mentre, altre persone, collegano questo ad una prassi derivante dall'antico stile gregoriano.
Lo spartito
Come ben sapete, se volete fare musica, dovrete imparare a leggere lo spartito, è fondamentale per saper riconoscere e distinguere le note sia quando le leggete che quando le suonate o cantate.
Per leggere bene uno spartito, però, sarà necessario imparare il significato di tutti i termini e i simboli che normalmente lo costituiscono, cercando anche di memorizzare almeno le basi della lingua inglese, essendo questa molto presente nel panorama musicale, sia italiano che internazionale. Comunque sia, se ci prestate attenzione, scoprirete che è molto frequente riuscire ad individuare una melodia di stile italiano che viene stilata sulla base dell'applicazione del metodo anglosassone.
Lo spartito nella storia
È inoltre interessante sapere che, ben prima che si affermasse il modello latino, gli spartiti seguivano l'annotazione greca che era costituita da una serie di simboli propri della lingua ellenica. Le lettere vennero introdotte successivamente, nel momento in cui arrivò l'affermazione dei romani su scala internazionale e solo allora vennero inserite le lettere. Trascorsero diversi anni prima che questa notazione romana venisse sostituita da quella attualmente utilizzata.
Le curiosità sugli accordi anglosassoni
Infine alcune informazioni riguardanti lo schema illustrato nel primo paragrafo.
La nota indicata con la lettera B, unico grado della gamma gregoriana ad ammettere un' alterazione, è all'origine del bemolle, e del bequadro.
La scritta G/D, invece corrisponde ad un accordo di sol maggiore con il re al basso, che è la stessa che viene usata nei paesi di lingua tedesca, con pochissime variazioni rilevate. Possibile, infine, il simbolo "/" come divisione fra due accordi. Infine è opportuno sapere che la seconda lettera (quella che succede il simbolo), non è altro che la nota da suonare con il basso.
Le conclusioni
Ora che siete arrivati alla fine di questa guida, dovrete solo esercitarvi con le note anglosassoni ed imparare pian piano a tradurle. Non è una cosa così difficile come può sembrare, ma con pazienza e soprattutto tanto esercizio, riuscirete sicuramente nel vostro intento. Ricordate che solo in Italia e in pochi altri paesi la scala musicale è composta da DO-RE-MI-FA-SOL-LA-SI-DO, quindi, se vorrete saper discutere di musica e accordi coi vostri amici di altre nazionalità, oppure vorrete solo ampliare la vostra cultura musicale, non vi resta che impegnarvi a memorizzare e fare molta pratica.
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Consigli
- Approfondite il solfeggio per suonare
- Esercitatevi a memorizzare