Come nasce il mito delle sirene
Introduzione
Se pensiamo alle sirene, ci viene subito in mente l'immagine di splendide creature per metà umane e per metà pesci, capaci di ammaliare con il loro fascino. Possiamo trovare storie sul loro conto in qualsiasi ambito della narrativa, dalle favole per bambini ai poemi epici classici narrati di Omero. Ma come nasce il mito delle sirene? L'origine delle leggende su queste creature fantastiche risale alla notte dei tempi. Poiché sono state tramandate e riscritte per millenni da autori diversi, è difficile individuare esattamente una data di nascita del mito. Non esistono fonti certe o testimonianze attendibili che possano darci conferme. Possiamo però analizzare a fondo i dettagli nascosti nelle leggende per elaborare teorie sull'origine delle storie. Addentriamoci nel mondo delle sirene in questa guida.
Antica Grecia
Le prime attestazioni scritte sulle sirene di cui abbiamo delle testimonianze storiche sono i poemi omerici. In particolare, nel dodicesimo capitolo dell'Odissea, Omero le descrive come "coloro che affascinano chiunque i lidi loro con la sua prova veleggiando tocca". Da questo dato si può dedurre che il mito delle sirene era largamente diffuso ai tempi dell'antica Grecia. Si ipotizza che la leggenda sia stata creata proprio da questa popolazione in un periodo precedente alla scrittura dell'Odissea. Unendo superstizioni e religione, i greci potrebbero aver inventato delle creature degli abissi per popolare idealmente i mari governati dal Dio Poseidone. Fra i racconti greci, infatti, si trova il mito dettagliato che narra la nascita delle sirene.
Nascita mitologica delle sirene
Nella tradizione letteraria della Grecia classica è narrato accuratamente come è nata, mitologicamente, la specie delle sirene. Secondo la storia, tutto parte con Acheloo, un'importante divinità fluviale nel panteon greco, largamente trattata nella mitologia della penisola. Si narra che Acheloo ingaggiò una lotta contro Eracle (ovvero Ercole) perché entrambi volevano sposare Deianira, la figlia del re degli Etoli. Durante il combattimento, il dio greco assunse l'aspetto di diverse creature spaventose per intimidire Eracle. Nello specifico, si trasformò prima in un toro, poi in un drago e infine in un bue. Durante quest'ultima trasformazione, Eracle gli strappò un corno, ferendolo. Dalla ferita uscirono tre gocce di sangue e da ciascuna goccia nacque una sirena. Per questo motivo le sirene erano originariamente chiamate anche Acheloidi.
Aspetto originario delle sirene
L'aspetto originario delle sirene non era però quello che conosciamo oggi. Sebbene si trattasse sempre di figure costituite dall'unione di due specie diverse, all'inizio non era presente la componente marina. Inizialmente si trattava di creature per metà donna (dal busto in su) e per metà uccello (dal busto in giù). Si ipotizza che questa prima raffigurazione delle sirene sia legata al doppio significato che dovevano trasmettere. La sirena doveva essere infatti una creatura bella e attraente per gli uomini, quindi dalle sembianze di donna, ma con la quale fosse impossibile procreare. Ecco perché la figura della sirena si accosta all'immagine delle arpie e a messaggi di morte. La loro natura minacciosa e letale permane nei miti omerici. Infatti, con il loro richiamo camuffato da canto melodioso, le sirene hanno il potere di attirare i marinai verso i loro scogli per poi ucciderli. Stando alle parole di Omero, le sirene abitavano gli scogli fra la Calabria e la Sicilia, cioè Scilla e Cariddi nella mitologia. Si ricollegano anche al mito degli Argonauti, ovvero quei cinquanta eroi che, sotto la guida di Giasone, partirono alla conquista del Vello d'Oro a bordo della nave Argo.
Sirene e oltretomba
Il legame delle sirene con il pericolo e la morte non è casuale. In base ad altri miti, le sirene sono strettamente collegate all'oltretomba. Il loro aspetto metà umano e metà animale è stato causato dalla dea Afrodite, la quale, irata per il disprezzo mostrato verso le sue storie amorose, decise di punirle. Il loro aspetto bello e dolce serve proprio ad ammaliare gli uomini che vi si trovano nei paraggi, al fine di accompagnarli nel cammino verso la morte.