Introduzione
La tecnica pittorica del guazzo, comunemente conosciuta nel gergo artistico anche con il nome "gouache" dal francese, nasce nell'Europa del '500, si riconosce e si distingue nel panorama pittorico per originalità e delicatezza. Questo processo del gouache avviene mediante l'utilizzo di pigmenti particolari, poiché sono molto simili alle tempere acriliche ma si differenziano in quanto hanno una resa molto più leggera sulla tela, che sembra cioè quasi opaca. In passato, questa maniera veniva scambiata per pittura ad olio, per via della sua tonalità elegante e al tempo stesso non lucida, vi basti pensare che era uno dei metodi preferiti di Andrea Mantegna. Non è difficile maneggiare quest'arte, ma sicuramente occorrono delle astuzie da sapere preventivamente. In questa guida vi spiegheremo come utilizzare questa tecnica.
Occorrente
- Carta cotone
- Acquagesso
- Colori a guazzo
- Pennelli di diverse dimensioni e tela
Per usare la tecnica pittorica del guazzo occorre conoscerla meglio, in quanto a differenza degli altri procedimenti volti a dipingere, questo implica delle accortezze da fare sia prima che dopo la stesura del colore. In particolare sono due le caratteristiche che dovete tenere a mente: la prima è che per via di una pigmentazione particolare, quando andate a stendere la tonalità di colore che avete scelto sul vostro foglio, questo una volta asciugato avrà una tinta diversa. In secondo luogo è importantissimo che al tempo stesso non eseguiate troppe riprese, in quanto si formerebbero delle anti-estetiche microfessure che andrebbero a togliere l'armonia del dipinto.
Prima di tutto dovete scegliere un soggetto che non vi comporti troppe stesure e al tempo stesso non poche: per esempio un paesaggio naturale potrebbe essere l'ideale, mentre viene assolutamente sconsigliato il ritratto, almeno per chi è alle prime armi. La tecnica pittorica del guazzo va eseguita con molta attenzione all'inizio, per impararne bene le caratteristiche così particolari. In passato veniva utilizzata per creare bozzetti preliminari, che servivano in un secondo momento per la realizzazione di opere grandi, ecco perché viene maneggiata soprattutto da architetti e non da ritrattisti. Nell'attualità, il guazzo viene anche concesso ai restauratori per eseguire soprattutto le dorature, potreste esercitarvi anche su del mobilio quando avrete preso familiarità.
Quello che caratterizza la tecnica pittorica a guazzo è la sua composizione: il colore è formato da una percentuale di gomma arabica e un'altra percentuale di gesso o in alternativa di biacca. Per cercare di raggirare il problema della sua stesura mutevole e che cambia tonalità durante l'essiccazione, potete unire dell'acquapasto, ma tenete in considerazione che vi verrà un risultato più perlaceo, dovete sempre metterlo in conto.
Consigli
- Se vi piace un effetto opaco ma lucido al tempo stesso, una volta finito il quadro spruzzate da lontano della lacca per capelli.