Gustave Courbet, capostipite della pittura realista, richiamandosi alle opere del Caravaggio affermò che la pittura può basarsi solo ed esclusivamente sulla rappresentazione di cose visibili e tangibili. Conseguenza immediata di questo assioma è che l'artista deve rifiutare ogni tematica mitologica, religiosa, storica e frutto della creatività. L'unica cosa degna di essere raffigurata è la realtà quotidiana, per sporca, volgare, e vile che essa possa apparire. Il distacco sentimentale deve essere assoluto.