Donizetti e le sue opere maggiori
Introduzione
Gaetano Donizetti è uno dei più importanti compositori della storia della musica italiana. Nato a Bergamo nel 1797, è diventato famoso come autore di più di settanta composizioni fra opere liriche, musica da camera e musica sacra, anche se la sua produzione tocca anche altri generi dell'epoca. Uomo di temperamento e dalla vita movimentata, nato da una famiglia povera e introdotto allo studio della musica in una "scuola caritatevole" ovverosia in un istituto gestito dai frati e destinato ai figli dei poveri che si dimostravano talentuosi. Nonostante le umili origini, Donizetti, ha visto rappresentare le sue opere nei più celebri teatri europei. I suoi esordi come autore furono a Napoli dove aveva trovato lavoro presso una compagnia, dopo il trasferimento dalla città natale, per questioni economiche. Fu anche direttore del prestigiosissimo San Carlo, vanto della città partenopea e proprio qui passò gran parte della sua vita, prima di morire nel 1848 a Bergamo, dopo un breve periodo trascorso in Austria come Maestro di Cappella di Corte, già in precarie condizioni di salute. Ecco dunque una breve guida per conoscere Donizetti e le sue opere maggiori.
Elisir d'amore
Una delle opere più note e attualmente ancora rappresentata in molto teatri in giro per il mondo della produzione di Donizetti è senza ombra di dubbio "L'elisir d'amore", che fu composta dall'autore bergamasco su libretto di Felice Romani. Composta nella primavera del 1832 ed andata in scena per la prima volta nello stesso anno a Milano, è composta da due atti che contengono rispettivamente dieci e nove scene. A livello di genere musicale è un melodramma giocoso, molto diffuso in quel periodo ed amatissimo dal pubblico. L'opera riscosse da subito un grande successo proprio per l'abilità dell'autore nel mescolare la vena buffa con quella più malinconica. La storia è ambientata nei Paesi Baschi sul finire del XVIII secolo e racconta la travagliata storia d'amore di Adina e Nemorino, che alla fine della storia riescono a coronare il loro sogno. L'aria più famosa dell'opera è "Una furtiva lagrima" ed è cantata da Nemorino nel secondo atto, quando vede scendere una lacrima dagli occhi dell'amata Adina comprendendo così di essere ricambiato.
Lucia di Lammermoor
Altra opera frutto del genio compositivo di Donizetti è "Lucia di Lammermoor", rappresentata per la prima volta al teatro San Carlo di Napoli nel 1835. Il libretto fu scritto da Salvatore Cammarano, il quale si era ispirato al romanzo "La sposa di Lammermoor" ,dell'autore scozzese Walter Scott. La composizione dell'opera risale al giugno dello stesso anno a pochi mesi dalla prima. La trama è ambientata nella Scozia del XVI secolo e narra dei fratelli Lucia e Enrico Asthon, colpevoli di aver usurpato i beni della famiglia Ravenswood. L'unico erede dei Ravenswood è Edgardo che è segretamente innamorato di Lucia, ma osteggiati dalle rispettive famiglie. La vicenda si conclude con la morte di Lucia, seguita da quella di Edgardo che si suicida non potendo sopportare il dolore. L'opera, quindi è una tragedia romantica. L'aria universalmente riconosciuta come la più bella e intesa è "Il dolce suono", ovvero quella della pazzia di Lucia, ma altrettanto apprezzate sono anche il duetto alla fine del primo atto e l'aria finale "Tu a che Dio spiegasti l'ali".
Don Pasquale
La terza opera lirica più rappresentativa della produzione musicale di Donizetti è sicuramente il "Don Pasquale". Si tratta di un'opera buffa divisa in tre anni. Il libretto fu scritto da Michele Accursi mentre sembra che il compositore bergamasco ne abbia composto le musiche in soli undici giorni. La prima del Don Pasquale ebbe luogo presso il Theatre Italien a Parigi nel 1843 quando ormai Donizetti era un personaggio affermato del panorama musicale internazionale e le sue opere erano rappresentate sui palchi più prestigiosi. La vicenda narrata ha luogo a Roma nei primi anni dell'Ottocento e racconta la storia dell'anziano Don Pasquale, arrabbiato con il nipote Ernesto che non vuole sposare una ricca e matura signora, poiché innamorato della vedova Norina. Dopo mille intrighi e beffe ai danni del povero Don Pasquale, alla fine il vecchio sarà costretto ad arrendersi e benedire l'unione di Ernesto con la sua amata.