È stato detto che Hopper è il pittore della malinconia, della solitudine. Probabilmente ciò dipende dalle atmosfere spesso scure dei suoi dipinti, che li rendono in qualche modo poco ospitali, quasi respingenti. Sembra che desiderino, più che essere guardati, fare in modo che lo spettatore sia portato a girare lo sguardo verso di sé, ad esplorare il suo intimo, la sua mente.
Anche i personaggi che raffigura sono spesso soli oppure, quando non lo sono, non interagiscono gli uni con gli altri. L?uomo alla pompa di benzina del dipinto "Gas" (1940) sembra in pericolo, sospeso com'è tra un cielo scuro e minaccioso, la strada che si perde dietro di lui e la linea di alberi impenetrabili alle sue spalle. La donna di "Hotel Room" (1931) siede sola in una stanza d?albergo anonima, con un pezzo di carta tra le mani, la valigia chiusa in un angolo, le spalle abbassate a mostrare sofferenza o abbandono. In "Nighthawks" (1942), forse la sua opera più nota, i tre avventori e il barista, illuminati dalla luce al neon del bar, sembrano sospesi in una città deserta, insieme eppure intrisi di solitudine.
Gli ambienti, da quelli interni di camere d?hotel o uffici, a quelli esterni, ispirano spesso disagio o tensione, come se qualcosa stesse per accadere. Basti pensare che la casa immortalata in "House by the railroad" sarebbe in seguito servita da modello ad Alfred Hitchcock per la casa del suo film "Psyco".
Nonostante sia stato definito "realista", ciò che Hopper intende illustrare con in suoi dipinti non è tanto la realtà come essa è, quando come uno schermo in cui ciascun osservatore può proiettare i propri sentimenti.