Empatia: origini e concetto
Introduzione
Sul concetto di 'empatia' Carl Rogers affermo': "Quando noi consideriamo una realtà animata (umana o animale) da un punto di vista oppure uno schema di riferimento puramente esterno, senza sforzarci di comprenderla internamente per via empatica, noi la riduciamo allo stato di oggetto". Questo termine si riferisce alla capacità di sentire immediatamente dentro lo stato d'animo ed i pensieri degli altri, non soltanto mettendosi emotivamente nei loro panni, ma anche trasportandoli nel mondo personale. Trattasi di un potente legame interpersonale che presuppone l'alterità, per cui si configura come un processo d'essere con l'altro. Con questa guida cercheremo di spiegare l'empatia nelle sue origini e come concetto.
Le origini dell'empatia e l'empatia nel '900
La parola "empatia" (dove "en = dentro" e "pathos = sofferenza/sentimento) deriva dal greco "emphateia", usata relativamente al rapporto emotivo di condivisione che coinvolgeva l'autore-cantore ed il proprio pubblico. Agli inizi del '900, invece, questo termine fu impiegato da Theodor Lipps, come centro della propria concezione estetica e filosofica; empatia come percezione delle proprie forze vitali in un oggetto sensibile (Ossia l' opera d'arte). Con questo psicologo tedesco, cominciò l'estensione del discorso dall'estetica alla comunicazione intersoggettiva, considerata come la propensione ad essere in armonia e sintonia con gli altri.
Concetto di Empatia in Husserl
A riprendere il concetto di "empatia" nei suoi metodi di ricerca filosofica della verità sarà Edmund Husserl, secondo cui le relazioni con le persone si possono avere soltanto mediante delle corrispondenze: pertanto, gli altri si giudicano con la propria coscienza. Tale filosofo tedesco, però, non chiarisce cosa bisogna intendere esattamente la parola "Einfuhlung", poiché la definisce sbagliata e penosamente enigmatica.
Empatia in Edith Stein
A precisare il concetto del termine "Einfuhlung" proverà la filosofa Edith Stein (nata a Bratislava, nel 1891), secondo cui alla base dell'empatia esiste un doppio presupposto, ovvero l'esistenza di altri da noi e la percezione che si ha del loro vissuto: l'accesso alla realtà esterna viene assicurato non soltanto dalla percezione delle cose, ma anche dall'atto che rimanda all'esistenza degli altri e alle loro visioni.
L'empatia moderna
Negli ultimi anni, le neuroscienze hanno analizzato il fenomeno dell'empatia giungendo alla scoperta (grazie allo scienziato italiano Giacomo Rizzolatti) dei neuroni specchio, ovvero di cellule che s'attivano quando qualcuno esegue un'azione oppure ne osserva una compiuta da un altro individuo. Pertanto, il legame che ci lega agli altri sembrerebbe radicato a livello neuropsicologico e ciò consentirebbe di avere una percezione diretta dei movimenti corporali e delle emozioni altrui.
L'empatia in sè
L'empatia è alla base della formazione dell'individuo e della comprensione delle esperienze interpersonali; la sua assenza minerebbe gravemente lo sviluppo neuropsicologico del bambino. In qualche modo è come se l'evoluzione implichi l'empatia, ma nessuno - esperti compresi - è capace di verificare l'incidenza che la predisposizione biologica possa avere nel modo di comportarsi.