Gli Argonauti e il vello d'oro
Introduzione
Tra i miti più conosciuto che restano impressi nella nostra memoria, sia perché sono stati studiati sui banchi di scuola, sia perché li abbiamo visti al cinema, troviamo certamente le avventure di Giasone e gli argonauti alla conquista del vello d'oro attraverso numerose peripezie e affascinanti avventure. Quella di Giasone è una figura mitologica greca. L'uomo era il figlio del re usurpato Esone ed era anche marito di Media. Il suo obiettivo principale era quello di riconquistare il trono usurpato e di recuperare il vello d'oro tramite l'aiuto degli argonauti. La sua storia risale a vecchie leggende ma è nota per essere contenuta all'interno del poema epico "Le Argonautiche" dello scrittore Apollonio Rodio. Andiamo qui ad illustrarvi brevemente la storia di Giasone e della sua epica impresa per recuperare il vello d'oro. Buona lettura e buon divertimento!
Il dono dell'ariete dal manto d'oro
Ecco il primo passo della guida degli argonauti ed il vello d'oro. Il mito racconta che in Tessaglia regnava il re Atamante, il quale dopo la precoce morte della regina Nefele, con la quale ebbe due figli, Elle e Frisso, si risposò con la malvagia Ino. La donna cercava in tutti i modi di liberarsi dei bambini, finché Nefele, divenuta dea delle nubi, diede in dono al figlio Frisso un ariete dal manto d'oro capace di volare e con cui egli sarebbe potuto, insieme alla sorella, scappare. Durante il viaggio, Elle scivolò in mare e perse la vita, mentre Frisso fu costretto a proseguire il viaggio da solo. Il giovane giunse così in una terra chiamata Colchide dove regnava Eete; quì sacrificò l'animale agli dei e donò il vello dorato al sovrano, il quale mise al sicuro il magico dono nascondendolo nei boschi, custodito da un drago.
L'arrivo di Giasone
Ecco il secondo passo della guida degli argonauti ed il vello d'oro. Dopo molti anni, nella terra di Iolco regnava ora il perfido Pelia che aveva usurpato il trono al fratello Esone e il cui figlio, Giasone, legittimo erede, allevato da Chirone, un saggio centauro, reclamava ciò che gli spettava di diritto. Pelia, acconsentì a restituire il trono al giovane a patto che questi gli avesse portato il magico vello d'oro. Giasone che, grazie ai consigli del suo protettore, era diventato un uomo erudito e impavido, radunò i più valorosi eroi della Grecia, tra cui Orfeo, Ercole ed Esculapio e fece costruire una nave in grado di portarli nelle lontane terre d'Oriente dove si trovava l'ambito vello e le diede il nome di Argo. Terminati i preparativi per la spedizione, Giasone e gli argonauti, giunti da ogni parte della Grecia, partirono per quello che divenne essere un viaggio lungo e colmo di difficoltà.
L'incontro con l'indovino
Ecco il terzo passo della guida degli argonauti ed il vello d'oro. Dopo svariate tappe, gli uomini giunsero in Tracia, dove incontrarono un misterioso indovino, perseguitato dal castigo degli dei destinato per sempre ad essere privato, ad opera delle Arpie, di qualsiasi alimento egli portasse alla bocca. Gli argonauti riuscirono ad allontanare le perfide Arpie e liberare il povero uomo dalla sua maledizione e costui, in segno di ringraziamento, gli predisse che lungo il percorso si sarebbero trovati di fronte alle Simplegadi, i terribili scogli mobili che impedivano il passaggio a qualunque nave. Ripreso il viaggio e giunti presso lo stretto che li avrebbe condotti nell'Egeo, accadde ciò che il vecchio gli aveva svelato; le acque si fecero torbide e si trovarono presto davanti le giganti rocce. Seguendo il consiglio del'indovino, Giasone liberò in volo una colomba: se questa fosse riuscita ad oltrepassare gli scogli mobili, anche la nave avrebbe potuto farlo, e così accadde.
La conquista del manto d'oro
Ecco il quarto passo della guida degli argonauti ed il vello d'oro. La sera, lei si recò da Giasone, gli donò un unguento magico che lo avrebbe protetto dal fuoco e gli disse che per sconfiggere i giganti avrebbe dovuto lanciargli un sasso su cui si sarebbero accaniti tanto da distruggersi l'un l'altro. Il giorno seguente, il valoroso Giasone, con l'aiuto di Medea riuscì a forzare le feroci bestie e seminare il drago. Infatti si innalzarono davanti a lui i giganti e seguendo il consiglio della sua innamorata, lanciò in aria un sasso facendo in modo che si azzuffassero tra di loro. Eeta, accecato dalla rabbia, dovette concedere a Giasone di inoltrarsi nel bosco per prendere il manto dorato, sperando però che il drago fosse riuscito ad impedirglielo. Anche questa volta Medea arrivò in aiuto dell'amato, intonando un dolce canto che fece addormentare la bestia. Quella stessa notte, Medea e gli argonauti, salparono in direzione di Iolco, dove Pelia avrebbe finalmente dovuto restituire il trono a Giasone. Al ritorno lui si innamorò di Glauce e Medea per vendetta le regalò un abito che prese fuoco uccidendola assieme a suo padre.
La morte di Giasone
Ecco il quinto passo della guida degli argonauti ed il vello d'oro. Medea, oltre ad aver ucciso Glauce ed il padre che era accorso in suo aiuto dando loro fuoco, ha ucciso anche i figli che aveva avuto dal suo Giasone: Fere e Mermero. Quando Giasone è venuto a sapere questo fatto, Media se l'era già data a gambe verso Atene. La donna si è recata ad Atene a bordo di un carro, donatole da suo nonno che non era altro che il dio del sole Elio. Con l'aiuto di Peleo, il padre di Achille, Giasone decise di attaccare Acasto e conquistare il regno di Iolco. Avendo tradito Medea, Giasone aveva perso i favori concessi dalla dea Era. L'eroe è infatti morto infelice e completamente solo. Giasone è deceduto infatti mentre si trovava a poppa dell'ormai distrutta nave Argo. Questo tipo di morte è stata una maledizione per aver mancato di fiducia e rispetto a Medea e sopratutto agli dei. Secondo un'altra versione dell'opera, Giasone si sarebbe ucciso dopo aver saputo la notizia dei figli morti.
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Consigli
- Nel 2000 uscì nel U.S.A. anche la miniserie dallo stesso titolo del film