i dieci migliori racconti di Stephen King
Introduzione
Non c'è incubo o delirio che Stephen King non abbia esplorato con il suo talento di narratore. Non c'è regista horror che non lo abbia letto con attenzione, quando non ha basato una pellicola su uno dei suoi racconti. Non c'è appassionato dell'horror che non abbia eletto Stephen King a maestro indiscusso del genere. Se "IT" è il suo capolavoro, un romanzone di oltre mille pagine, è con i racconti brevi che ha dato il meglio di sé, a detta dei critici e dei lettori più avvertiti. Ecco allora una lista dei dieci migliori racconti di Steven King.
A volte ritornano
Nella raccolta "A volte ritornano" compare "L'uomo nero". Un signore va dallo strizzacervelli dicendosi colpevole della morte dei suoi tre figli. Vuole togliersi un peso dallo stomaco raccontando a qualcuno ciò che non ha avuto l'ardire di riferire neanche ai poliziotti. È l'uomo nero che ha ammazzato i figli, a distanza di un anno uno dall'altro. Un cane che, a quanto pare, si nascondeva nell'armadio della cameretta dei bambini. Uno di quei racconti brevi del genere "case del brivido" da leggere d'un fiato e con un occhio all'armadio...
Della stessa raccolta fa parte anche "I figli del grano". Una coppia felice s'imbatte in una strana comunità: tutti gli adulti sono stati ammazzati, il paese è in mano agli under 19, ragazzini terribili armati di attrezzi agricoli. E i due protagonisti sono troppo grandi per essere lasciati in vita.
Quattro dopo mezzanotte
Il celebre film "Secret Window" (2004), interpretato da Johnny Depp, è tratto da "Finestra segreta, giardino segreto", un racconto basato su una vicenda capitata a King stesso: una donna lo accusò di plagio. A modo suo, King inventa un alter ego accusato di plagio da uno strano uomo che si rivelerà la metà oscura dello scrittore protagonista. Il racconto fa parte della raccolta "Quattro dopo mezzanotte".
Alla stessa raccolta appartiene un racconto dalla trama scarna, ma assai gustoso, "Il fotocane". Un ragazzino riceve in regalo una Polaroid che ha un solo piccolo difetto: scatta foto di un unico soggetto, indipendentemente da quel che ha puntato l'obiettivo.
Stagioni diverse
Chi non ha visto il film "Le ali della libertà", una delle pellicole più celebri di tutti i tempi? Ebbene, è stato tratto dal racconto "Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank", che fa parte della raccolta "Stagioni diverse". Vale la pena di leggerlo per quanto è ben congegnato. Non è un horror, e forse proprio per questo va esplorato: evidentemente, King non è un maestro di narrativa soltanto nel suo genere preferito.
Della stessa raccolta fa parte il racconto "Un metodo di respirazione", in cui la testa decapitata di una donna incinta continua a respirare quanto basta per dare alla luce il bambino.
Al crepuscolo
La raccolta "Al crepuscolo" contiene, fra gli altri, due racconti che un appassionato kinghiano non può perdersi. Il primo, "Le cose che hanno lasciato indietro", prende spunto dall'orrore dell'11 settembre. Un superstite del celebre attentato ritrova degli oggetti appartenuti a suoi colleghi, morti all'interno delle Torri Gemelle. Sono oggetti che nottetempo gli raccontano storie inquietanti.
Nel "Gatto del diavolo" un sicario viene prezzolato per ammazzare un gatto che sembra essere il responsabile della morte di tre persone. Finirà anche il killer nelle grinfie del gatto maledetto?
Stagioni diverse
Chiudo la rassegna con due racconti della raccolta "Scheletri", pubblicata da King nel 1985. "Nona" racconta di un ragazzo che incontra una misteriosa ragazza che dice di chiamarsi Nona. Attratto dal suo fascino, compie efferati delitti per volere di lei. Sembra però che sia l'unico a vedere questa strana creatura.
"Il camion dello zio Otto" è portentoso nella sua concezione e nel suo semplice sviluppo. È uno di quei racconti tipicamente kinghiani in cui un oggetto animato è sospettato di delitto. Stavolta tocca a un camion, da cui un uomo si dice minacciato a morte. Nessuno gli crede, almeno fino a quando il nipote non lo trova morto ammazzato, con tanto di galloni di olio a testimoniare che l'autore del delitto è proprio il camion.