Un'altra opera fondamentale è "Fahrenheit 451", realizzata dall'autore Ray Bradbury. Questo testo è stato scritto nel 1953. In esso riaffiorano gli ovvi echi di un recente passato nazista, intriso di divieti che si sono estesi anche alla letteratura. Quest'ultima era considerata un genere corrotto e deviato, dal quale era necessario prendere le dovute distanze. Ulteriore fonte di ispirazione per l'autore è anche stata l'ondata repressiva di stampo americano, la quale ha preso il nome di "maccartismo". Questi moti storici e dell'animo, hanno condotto l'autore ad immaginare un futuro nel quale la letteratura fosse bandita, e l'unica forma di cultura fosse la televisione, con il beneplacido dello stato. Quest'ultimo, secondo quest'ottica, era compiaciuto da un mezzo viziato e pilotato interamente dalle alte sfere, in modo tale da condizionare i desideri ed i pensieri degli spettatori. Il protagonista di questo romanzo si è battuto per salvare i testi che sono stati banditi e messi al rogo. Tuttavia la sua libertà di pensiero e di azione, in un mondo in cui si vorrebbe bruciare la parola stessa "Libertà" insieme ai tanti libri dati alle fiamme, hanno fatto in modo che venga scoperto ed esiliato. Inoltre è altrettanto interessante riscontrare come il titolo stesso dell'opera sia un chiaro rimando al rogo di libri, preparato dai nazisti. Infatti Fahrenheit 451 si tratta della temperatura in cui la carta prende fuoco. Alla stessa maniera, interessante e profondamente avvilente, eppure tipico della letteratura distopica come già precedentemente affermato, è riscontrare come l'ipotetico futuro ideato Bradbury non sia poi così irrealizzabile. Anzi, possiamo sostenere che le basi fertili per la sua realizzazione sono già state gettate dalla nostra società contemporanea, e vengono gelosamente coltivate dai nostri gesti quotidiani.