ZEUS è rappresentato dai poeti e dagli scultori come una grande, solenne nume, nella pienezza dell'età virile, con fluente barba ricciuta e vasta chioma. È dio supremo del mondo greco. L'etimologia del suo nome lo collega al cielo e designava la luce del giorno in cielo. Egli presiedeva a tutti i fenomeni atmosferici: fulmini, lampi, pioggia, neve e tuoni. Sua arma infallibile erano le folgori. I Greci credevano che vivesse su una montagna chiamata Olimpo, la più alta dell'Ellade. Era comunemente chiamato "padre degli dei e degli uomini". Protettore dello Stato, dei viaggiatori e degli stranieri, interprete del destino, capo degli oracoli, era il più anziano dei sei figli di Crono e di Rea. Secondo Esiodo, Crono, geloso e preoccupato d'un rivale più forte di lui, inghiottiva tutti i figli nati da Rea finché, questa, con l'aiuto di sua madre Gea, avvolse in stoffe una grossa pietra e finse che si trattasse di Zeus, il suo ultimo figlio. Il bambino venne portato a Creta dove le ninfe si presero cura di lui nascondendolo in una grotta. Qui venne nutrito con il latte della capra Amaltea. Diventato adulto decise di sconfiggere il tirannico padre e gli diede una bevanda che permise a Crono di vomitare i cinque figli che aveva inghiottito, insieme alla grossa pietra che era stata sostituita a Zeus. Questa pietra fu posta a Delfi al centro della terra e divenne l'ombelico del mondo. La guerra durò dieci anni e alla fine Zeus vittorioso confinò i Titani nella profondità del Tartaro guardati per sempre dai Giganti centimani. I tre fratelli divini Zeus, Poseidone e Ade decisero di dividersi l'universo in tre regni: Zeus divenne il dio del cielo, Poseidone dio del mare e Ade signore dell'oltretomba. La supriorità di Zeus era riconosciuta da tutti. Sposò un gran numero di dee, prima di sistemarsi definitivamente nel matrimonio con Era, il che non gli impedì di avere molte relazioni extra-coniugali con divinità e donne mortali.