I poeti maledetti

Tramite: O2O 12/08/2018
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Introduzione

Il Romanticismo, periodo storico importantissimo, nonché corrente artistico-letteraria, nasce nel diciannovesimo secolo e coinvolge diverse zone d'Europa. In particolare, in Francia si evolve nel Decadentismo, movimento artistico-lettarario che si sviluppa durante la seconda metà dell'Ottocento. Ciò finì per influenzare il pensiero di una nuova categoria di poeti, anticonformisti e anticonvenzionali. Le poesie che questi ultimi compongono vertono sul senso di malinconia che, portato all'estremo, sconfina in un'inettitudine a vivere. Come scrive Baudelaire in "L'albatro", componimento contenuto nella raccolta "I fiori del male", questi artisti si sentono come dei volatili che volano sulla società, non potendo e non volendo essere accettati da essa, dal momento che non vengono compresi dal sentire comune della borghesia e per questo si esulano. Non per niente questo gruppo di poeti si identificano con l'appellativo "maledetti", nome che proviene dallo stesso precursore del movimento, Paul Verlaine. Anch'egli si definisce tale per contraddistinguere la propria vena artistica, per consentire il rinnovamento dell'immagine degli artisti dell'epoca, ma anche per far conoscere alla società del 1840 grandi autori come Tristan Corbière, Artur Rimbaud, Stéphane Mallarmé, Charles Baudelaire.

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Le tematiche

L'atteggiamento dei poeti maledetti nasconde un profondo senso di ribellione, il desiderio di un riscatto etico, a discapito della società borghese e della stessa vita. Nelle loro poesie vengono descritte situazioni tragiche di individui capaci di compiere atti estremi, inoltre vengono trattati temi come il conflitto tra vita e morte, "spleen et idéal". Lo "spleen", parola spesso utilizzata da Baudelaire, indica quel sentimento di malinconia al quale tende il poeta; al tempo stesso, la sua anima è attirata dall'"idéal", ovvero i valori che elevano la persona. Il poeta maledetto è l'artista che si sente in mezzo alle due sensazioni, strattonato ora dall'una, ora dall'altra. Non stupisce che moltissimi poeti traggano la loro ispirazione grazie all'abuso di sostanze stupefacenti e di alcolici, in particolare l'assenzio. È un malessere ricercato, per sentirsi incompresi. Un atteggiamento non di puro vittimismo, ma fiero e convinto, utile a rimarcare e innalzare la propria superiorità e il proprio valore.

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La poetica

Il pensiero dei poeti maledetti si riversa sul loro modo di scrivere, sia a livello tematico che formale. La poetica decadente, infatti, è pervasa dall'idea della presenza di un poeta veggente, dalla quintessenza dei sensi, dai segni dell'illuminazione. Il poeta solo è in grado di avere una visione completa della realtà, perché è come un vate illuminato, capace di cogliere le parti più simboliche e misteriose del mondo. Per questo stesso motivo, anche la parola si carica di magia, di potere incantatorio. La forma metrica, per quanto concerne lo stile, viene composta da versi liberi, eliminando tutte le barriere di scrittura presenti nelle tradizionali forme metriche.

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Le influenze

In Italia, è il poeta Gabriele D'annunzio a essere influenzato dalla poetica francese. D'Annunzio incarna lo stile Decadente mediante il mito del superuomo, in grado di estraniarsi dalla società vivendo come un uomo superiore agli altri. Famoso soprattutto per questo aspetto, reagì alle dinamiche di una società in evoluzione, rendendo la propria vita una vera e propria opera d'arte.

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L'interpretazione dei testi

I testi dei poeti maledetti sono solitamente considerati come di difficile lettura e interpretazione. Il loro sentirsi incompreso spesso sfocia nella difficoltà, e talvolta nell'impossibilità, di esprimere il proprio essere, fino a diventare la propria prigione. Dall?animo sofferente e malinconico, tormentati da patimenti e turbamenti esistenziali, tendenti al vizio e alla ricerca di piacere, i poeti maledetti sono il simbolo dell?angoscia umana che deriva dall?osservazione della decadenza della società in cui vivono. Essi, descrivendo le crude realtà della vita, considerano la poesia come una realtà superiore, eterna e infinita. La poesia diviene il modo per comprendere il senso della realtà: attraverso una sregolatezza dei sensi, il poeta diventa ?veggente? e attribuisce alla poesia un potere magico; la poesia diventa mezzo per addentrarsi nelle verità profonde e celate della vita e dell?anima, illuminandole. L?arte viene celebrata come strumento per esplorare l?ignoto attraverso i simboli, per penetrare nell?animo umano, nelle sue emozioni e nei suoi desideri nascosti o celati.

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