Il trittico "Resistenza, Resurrezione, Liberazione" rappresenta forse uno dei momenti più creativi nell'arte novecentesca, sintetizzando il rapporto tra vita e morte attraverso un percorso di fede che porta alla salvezza. Nel primo quadro il tema dominante è il dolore che imperversa sulla cittadina di Vitebsk, causato dalla folle guerra: uno scenario a dir poco apocalittico. La seconda tela raffigura una massa popolare intorno alla figura rassicurante del rabbino che tiene la Torah tra le braccia. La presenza di un presagio è ancora sottolineata dal colore rosso in secondo piano, ma una speranza è visibile nella comunità che si raduna in cerca di una nuova luce. Il trittico si conclude in grande stile con un dipinto chiamato "Liberazione" che realizza tutte le speranze e le aspettative rimaste salde anche nei momenti più bui. È la celebrazione della gioia, che si esprime con canti e balli, valorizzati da sentimenti di fratellanza e solidarietà che accomunano ogni individuo della comunità. L'esperienza della passione, che rimane una costante di questo viaggio artistico, si conclude in questo quadro con l'amore: delle madri per i figli, che fanno di tutto per custodirli; dell'uomo e la donna, uniti nella promessa del matrimonio; dell'uomo per Dio, che lascia sempre un barlume di speranza; ma soprattutto per la vita, che è dono assoluto e da preservare.