Impressionismo: contesto storico e culturale
Introduzione
L'Impressionismo è un movimento artistico nato nella capitale francese alla fine dell'Ottocento (1860) e durato fino agli inizi del Novecento. In questa guida ci occuperemo di analizzare quale fu il contesto storico e culturale che ne permise la diffusione e l'adesione da parte degli artisti.
Innanzitutto, non possiamo assolutamente scindere l'impressionismo dal realismo. Romanticismo e realismo, correnti letterarie che spesso vanno di pari passo con quelle artistiche, avevano diramato le loro idee anche a Parigi e in tutta la Francia, dove gli autori cominciarono a disegnare paesaggi realistici, basandosi sull'ispirazione derivata dalla realtà quotidiana.
Occorrente
- Documenti riguardanti il periodo storico dell'impressionismo
Il nome impressionismo ben calzò all'opera che lo aprì, almeno secondo quanto scrissero i giornali dell'epoca, e cioè quella di Claude Monet, Impressione: levar del sole. I pittori a cui conseguentemente fu attribuito l'aggettivo di impressionisti erano soprattutto borghesi dediti alla vita mondana. I maggiori pittori impressionisti sono, oltre a Monet, Edgar Degas, Edouard Manet, Pierre-Auguste Renoir e Alfred Sisley. Gli impressionisti dipingevano "en plein air", con una tecnica rapida che permetteva di completare l'opera in poche ore. Essi volevano riprodurre sulla tela le sensazioni e le percezioni visive che il paesaggio comunicava loro nelle varie ore del giorno e in particolari condizioni di luce, lo studio dal vero del cielo, dell'atmosfera, delle acque, eliminò il lavoro al chiuso, nell'atelier, lo studio nel quale venivano completati i quadri più grandi o eseguiti i ritratti; molti ritratti erano però anche realizzati all'aperto. Lo sfondo, il paesaggio, non è qualcosa di aggiunto, ma avvolge le figure. Oggetti e persone sono trattati con la stessa pennellata ampia e decisa. Gli artisti più importanti dell'impressionismo sono: Edouard Manet, Claude Monet, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley, Camille Pissarro e Jean-Frédéric Bazille.
Il contesto culturale dell'impressionismo è quello delle scoperte. Se l'impressionismo è una fotografia della realtà, lo deve soprattutto alla nascita della macchina fotografica e altre scoperte in campo ottico. Le scoperte sono proprio firmate Francia, in particolare per mano di Chevreul, un chimico che si occupa della legge sui contrasti simultanei. Anche un inglese, il matematico e fisico Maxwell, contribuisce a questa crescita: studia la propagazione della luce. Nascono i colori ad olio in tubetto, facili da portare per i pittori. Ed infatti i pittori impressionisti dipingono "en plein ar", all'aria aperta, poggiando le tele su un cavalletto e portando con sé i colori. La luce è la parola d'ordine per gli espressionisti.
La luce contrasta con le ombre, viene a galla con l'uso di colori forti e accesi, che raccontano la natura, disegnano la natura. Gli impressionisti avranno larga eco anche in Italia, con Giuseppe De Nittis per esempio. Però la situazione in Italia è completamente diversa: il Bel Paese è lontano anni luce dalla Francia perché è nel periodo difficile, quello post-unitario, in cui si sta ancora formando.