Stabilitasi sul lago di Ginevra, a Coppet, diede vita ad un salotto culturale continuando peraltro a comporre. Nel periodo dell'esilio furono numerosi i viaggi compiuti dalla donna tanto quanto furono numerosi i testi prodotti in pochi anni: si annoverano "Delphine" del 1802, "Du caractère de M. Necker et de sa vie privée" del 1804, "Corinne ou l'Italie" del 1807, "De l'Allemagne" del 1810 e "Réflexions sur le suicide" del 1812. Nel 1816 fa sentire la sua voce nel dibattito tra classicisti e romantici pubblicando un suo articolo intitolato "Sulla maniera e l' utilità delle traduzioni", nel quale dopo aver criticato i classicisti per le loro tematiche ripetitive, consigliava di prendere spunto dalla letteratura europea.