Pianoforte: come studiare un pezzo nuovo
Introduzione
Nel momento in cui si prende la decisione di incominciare a suonare uno strumento musicale, e si impara la logica di quel determinato strumento, arriva il momento in cui c'è bisogno di imparare uno pezzo nuovo, magari di un artista particolarmente apprezzato. La guida che andremo a impostare ora, si occuperà di spiegarvi come studiare un pezzo nuovo al pianoforte. Incominciamo immediatamente le valutazioni.
Occorrente
- Spartito del pezzo in questione
- Pianoforte o tastiera
Lo studio del testo
L'aspetto primario che bisogna prendere in considerazione nel momento in cui ci si approccia a un nuovo testo, è quello della lettura dello stesso. Una lettura può essere fatta prima in maniera sommaria, e poi più approfondita, leggendo separatamente la spartitura delle due mani, fermandosi nei passaggi più delicati ed eventualmente segnando a matita accordi, arpeggii e passaggi più complessi. Altrimenti, si può procedere con una lettura più rapida per avere un'idea generale del pezzo, ma che dovrà essere approfondita durante la fase di studio.
Le due metodologie
La fase centrale è quella dell'apprendimento, che può verificarsi in due metodologie differenti, che si basano entrambi sulla scelta del pianista del metodo di memorizzazione del brano. Il metodo si lega all'utilizzo delle mani. Scegliere è difficile e dipende dalle proprie capacità e dalle difficoltà del pezzo stesso. In linea generica, il metodo standard è quello consigliato ai principianti; l'altro, ai più esperti.
Il metodo standard
Il primo metodo che prenderei in considerazione è il cosiddetto metodo standard, quello che viene insegnato a lezione, prevede l'apprendimento delle partiture delle due mani separatamente, per poi unirle alla fine. In questo modo, l'attenzione è concentrata su una sequenza per volta e si velocizza la memorizzazione. Solitamente si inizia con delle esecuzioni rallentate fino ad arrivare alla velocità normale, in modo da rendere propria la diteggiatura. Una volta completata questa fase, si può passare all'unione delle due mani. Questa è la parte sicuramente più difficile, in quanto bisogna abituare il cervello ad unire due sequenze che prima faceva singolarmente. La difficoltà principale sta nel fatto che si tende a fare entrambe le parti a velocità normale perché è così che "si è abituati", ma dovendole unire, risulterà molto più complicato. Per questo, si consiglia di iniziare lentamente, magari da parti in cui le mani devono muoversi in modo coordinato, aggiungendo i pezzi più complessi in seguito.
Il secondo metodo
Un metodo è considerato da alcuni "per più esperti", mentre per altri è solo più veloce. Al contrario di quello precedente, il pianista deve studiare sin da subito le due partiture contemporaneamente e quindi iniziare a suonare usando entrambe le mani. Anche in questo caso, l'ideale sarebbe partire da piccoli pezzi da suonare lentamente e arrivare alla velocità vera e propria in maniera graduale, ma il vantaggio di questa è tecnica consiste nell'abituarsi sin da subito ad usare entrambe le mani, facilitando di molto la fase più complessa del metodo standard. Lo studio "a mano singola" può essere così applicato solo nelle parti più complesse o veloci, dov'è necessario concentrarsi solo su una cosa. In ultima analisi, eccovi un approfondimento: https://www.pianosolo.it/4-consigli-per-studiare-un-brano-velocemente/