Storia della canzone italiana
Introduzione
Nota in tutto il mondo dove, storicamente, ha dettato le regole e i modi del bel canto o del "canto all'italiana", la canzone italiana ha una lunga storia, che può essere fatta risalire al 1700 ed arriva fino ai nostri giorni, diversificandosi in generi e forme e dando vita ad un vastissimo panorama musicale che tra Operette, Romanze, canzoni da ballare, canzoni popolari e repertorio cantautoriale, ha fatto e fa ancora da colonna sonora delle nostre vite. Ancora oggi, a distanza di anni, alcuni brani ci rappresentano e ci rendono orgogliosi di essere italiani.
Occorrente
- Cuore, orecchio, passione
La nascita della canzone
Il genere della canzone nasce nel 1700, come derivazione dalle romanze contenute nelle opere liriche e in particolare nelle opere buffe napoletane. Nel repertorio della canzone napoletana si ritrovano canzoni popolari ancora più antiche come "fenesta vascia" che sarebbe databile addirittura al 1500, ma fu nel XVIII e nel XVIX secolo che i musicisti si avvicinarono al mondo della canzone popolare da cui trassero ispirazione incrociandole con le romanze delle Opere liriche e cominciano a comporre canzoni destinate ai salotti dell'alta borghesia e dell'aristocrazia dando vita a Romanze d'opera e Canzoni d'autore. Al compositore Donizetti ad esempio è attribuita la celebre "Te voglio bene assaje", che segna il passaggio dalla musica popolare alla canzone d'autore. Allo stesso modo, Rossini, Leoncavallo, Bellini, composero opere- canzoni che, mettendo insieme romanze, arie d'opera e canzoni napoletane, furono poi rese immortali dall'interpretazione di artisti come Enrico Caruso o Francesco Tamagno e raggiunsero nella loro diffusione, anche il pubblico popolare. Ma è nell'ottocento con Salvatore Di Giacomo (Era di Maggio, Catarì) che la canzone napoletana prende la sua forma classica e diviene la canzone per eccellenza, legandosi alle feste popolari della Piedigrotta. A quest'epoca risale la celeberrima "O sole mio" di Giovanni Capurro. Molte sono poi le tradizioni regionali che danno vita a stornelli o ballate popolari, veri e propri antenati delle nostre canzoni. Un filone parallelo è quello dei canti patriottici, legati alla storia del Risorgimento o, più tardi, dei canti di denuncia denuncia a sfondo sociale e politico. Tra questi l'Inno dei lavoratori, scritto da Filippo Turati, oppure Le otto ore, che racconta il progetto di legge di portare a otto le ore lavorative consentite. Tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento le canzoni cominciano invece a rappresentare le difficili condizioni di vita che costringono milioni di italiani ad abbandonare il proprio paese ed il dramma dell'emigrazione.
La canzone nel primo '900
Nel 1900 la canzona napoletana continua a dominare la scena italiana soprattutto nei cosiddetti caffè concerto della Bella epoque, come il Salone Margherita a cui segue poi l'omonimo teatro a Roma qualche anno più tardi. Nei caffè concerto, grazie a un gruppo di felici intepreti e musicisti, nascono canzoni che raccontano la vita, le aspirazioni e i gusti del popolo in un momento storico di grande cambiamento: come Ninì Tirabusciò e ' O surdato ' nnammurato. Con la grande guerra nascono anche canti che raccontano di battaglie, vittorie, vite distrutte. Ne è un esempio La leggenda del Piave, un vero e proprio canto patriottico. Negli anni venti, con l'avvento del regime fascista e l'introduzione in Italia della Radio la storia della canzone prende nuovo impulso e si avvia la nascita di quella canzone nazional - popolare che dominerà fino all'arrivo della canzone d'autore. Durante la seconda guerra mondiale, oltre ai canti diffusi dal regime, (Faccetta nera, Giovinezza) prendono vita canzoni che s'ispirano al jazz americano e che conquistano per la novità del ritmo, spesso ballabile ed orecchiabile che si ispira allo swing americano. Tra queste troviamo "Parlami d'amore Mariù", "Tulipan", "Ma le gambe" e "Mille lire al mese" ed intepreti come Natalino Otto e il Quartetto cetra.
La canzone nel dopoguerra e il festival di Sanremo
L'Italia esce distrutta dal conflitto mondiale d interamente da riscostruire. Canzoni come "In cerca di te" di Nella Colombo esprimono lo stato d'animo avvilito e malinconico degli italiani. Siamo agli inizi degli anni '50 quando alcuni impresari, per rilanciare il mercato floricolo e il turismo della città di Sanremo hanno l'idea di dar vita a un Festival della Canzone Italiana. È il 1951 e il primo festival di Sanremo viene vinto da Nilla Pizzi con "Grazie dei fior". Da questo momento in poi la rassegna diventa la culla della musica italiana. Con il festival di Sanremo si ha inoltre il ritorno della melodia, che nelle canzoni, trionfa sullo swing d'oltreoceano e diventa la caratteristica della canzone italiana per eccellenza. Domenico Modugno, che Sanremo vince con "Volare" nel 1958, è forse l'interprete che meglio rappresenta questi anni. Nasce però parallelamente anche un gruppo di musicisti come Umberto Bindi, Luigi Tenco, Gino Paoli, che saranno i progenitori della cosiddetta canzone d'autore.
L'arrivo del Rock and Roll e della canzone d'autore
Il Rock and roll arriva in Italia grazie ad un gruppo di artisti tra cui troviamo in prima linea Adriano Celentano (Il tuo bacio è come un rock, Ventiquattromila baci...), che apre alla canzone italiana la strada della modernità. Negli anni sessanta si affiancano a Celentano dei giovanissimi e rivoluzionari autori come Jannacci e Gaber ed un'inteprete unica come Mina. Parallelamente il gruppo dei cosiddetti cantautori, con Fabrizio de Andrè, dà voce alle inquietudini del mondo giovanile e, soprattutto, con la grande attenzione riservata ai testi, avvicina la canzone all'ambito della poesia e della letteratura. Battisti- Mogol, Guccini, De Gregori, sono i cantautori che meglio rappresentano, insieme a De Andrè, il concetto di musica che si fa poesia. Gli anni sessanta sono quelli in cui si afferma il mercato discografico e nascono nuovi divi e teen idols, come Rita Pavone, Patty Pravo, Caterina Caselli, Gianni Morandi. Da allora la canzone italiana ha visto nuovi intepreti, nuovi temi e nuove forme ma non ha cessato di raccontare l'Italia e la sua gente.