L'utilizzo drammatico della prospettiva e il tratto nervoso sono ormai i suoi stilemi principali. Nel 1555 dipinge la pala con L'Assunta, nonché Giuseppe e la moglie di Putifarre. In quest'ultimo il fuoco della passione colora e incendia l'interno che fa da sfondo alla vicenda. Di soggetto analogo è il dipinto dell'anno successivo, Susanna e i vecchioni, in cui la luce assolve il difficile compito di isolare e idealizzare ogni oggetto della scena. È ispirato all'opera di Paolo Veronese Il compianto sul corpo di Cristo, mentre nelle Storie della Genesi, dipinte per la scuola della Trinità, il paesaggio vuol essere protagonista e non solo sfondo della narrazione, al modo di Tiziano e Giorgione. In realtà non lo sarà mai: la protagonista assoluta dei capolavori di Tintoretto è la luce, concepita come entità spaziale e non come luce naturale.